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Tradurre è creare un ponte tra le culture

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Incentivare la traduzione significa creare un ponte tra le culture, comprendere che le parole possono unire mondi. E ciò è tanto più vero quando a essere tradotti sono autori di paesi poco conosciuti o, peggio, spesso percepiti in modo stereotipato.

Va in questa direzione il Fondo per la traduzione di libri del mondo arabo istituito nel febbraio 2018 dallo Sheikh Zayed Book Award in collaborazione con la Fiera del libro di Francoforte.

Il progetto ha l’obiettivo di supportare la traduzione dei titoli vincitori del premio, che si articola in varie sezioni, da parte delle case editrici estere.  L’importo della sovvenzione è pari a un massimo di 19mila dollari per ogni titolo, ai quali si aggiunge un supplemento per coprire specifici costi di promozione e produzione.

Tra i vincitori dell’ultima edizione vi sono lo scrittore siriano Khalil Sweileh, con il romanzo “Ikhtibar al-Nadam” (Remorse test) incentrato sulla guerra civile in Siria,  e l’egiziano Ahmad al-Qarmalawi, con “Amtar Sayfiyah” (Summers Rains).

Nella sezione dedicata alla letteratura per bambini ad aggiudicarsi il riconoscimento è stata Hessa Al Muhairi con “al-Dinoaraf”, storia di un dinosauro che va alla ricerca dei suoi simili nel mondo degli animali e impara così a riconoscere, e apprezzare, le differenze.

Lo Sheikh Zayed Book Award, nato nel 2007, si rivolge anche agli autori stranieri che con il proprio lavoro hanno affrontato e approfondito la cultura araba. Nel 2014 il vincitore è stato un italiano, lo storico delle religioni Mario Liverani che l’anno precedente aveva pubblicato “Immaginare Babele” (Laterza).

 


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